L’ALBERO DEL PANE

Quando nel bosco cercavi il mio frutto
tu imprecavi perché era protetto.
Era dentro a una cella fra mille spine
e non voleva finire in padella.
Ma poi sopra al fuoco nel caminetto
lo sentivo cantar un dolce sonetto.
E mentre il vecchio lo assecondava
il bimbo il mio frutto con gioia guardava.

I GATTI “CITTADINI DEL MONDO”

Di recente sono andato a visitare la meravigliosa necropoli etrusco-romana di Vulci.
Nella sede del parco sono esposti molti oggetti etruschi, ovviamente riproduzioni. Osservando attentamente alcuni reperti, vidi una bellissima lucerna e chiesi subito alla signora, addetta alle pubbliche relazioni, di  comprarla, poi vidi due gatti in terracotta molto belli, ma con stupore capii subito che non c’entravano nulla con l’arte etrusca. La signora con un sorriso mi disse che li aveva esposti perché era amante dei gatti e che erano riproduzioni di un gatto del museo egizio di Torino. Lo voglio, lo voglio,lo voglio! Ora un micio “egiziano”, insieme alla lucerna,  è a casa mia.

PARCO MUSEO MINERARIO DI ABBADIA SAN SALVATORE

La visita del parco è un’esperienza fantastica, che ti porta a riscoprire le storie affascinanti dei minatori e delle popolazioni montane, che nel tempo hanno lavorato nelle miniere del monte Amiata  per estrarre il cinabro, particolare minerale da cui si ricavava, per distillazione, il mercurio.
Storie di prosperità e sviluppo, ma anche di sacrifici, drammi e sofferenze.
Mi sono emozionato quando ho visto i tanti armadietti dei minatori, che contenevano i loro indumenti, le fotografie, gli strumenti di lavoro …

Il contenitore dell’olio (numero 201), in dotazione al capo squadra, per lubrificare i martelli pneumatici ad aria compressa, mi ha “stregato”. Il parco ne aveva uno in vendita  ed ora è mio con il numero 124.
La mia collezione si è arricchita, non solo di “oggetti”, ma soprattutto di  storie da raccontare ai piccoli e ai grandi.

IL RICCIO E LA SUA ARMA DI DIFESA

L’unica arma di difesa che il riccio utilizza per proteggersi dai suoi predatori è la resistenza passiva: in caso di attacco, con il suo corpo, forma una palla. Così arrotolato, e con migliaia di spine appuntite che gli si rizzano improvvisamente sul dorso e sui fianchi, il riccio può sentirsi quasi al sicuro. Dico “quasi” poiché alcuni predatori, ad esempio la volpe, hanno escogitato un trucco che molto spesso ha successo nei confronti del riccio. Tuttavia il vero nemico, il più pericoloso, è sempre l’uomo che utilizza i diserbanti e i pesticidi che entrano nella catena alimentare di questo mammifero onnivoro. Possiamo anche aggiungere le grandi stragi di ricci dovute alle automobili. Un animale buono e molto utile che merita rispetto e protezione.