Come vi avevo accennato, dal 26 al 28 aprile si è svolto il Corso Nazionale di Biospeleologia presso la sezione CAI di Palermo. Un’esperienza che racchiude, in poche parole, didattica, divulgazione e amicizia.
Le giornate di studio hanno infatti portato ad uno spontaneo “gemellaggio” naturalistico e culturale tra i componenti di svariate regioni dei Gruppi Speleologici!
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Il Gruppo al completo!
In questo piacevole clima sono state effettuate escursioni didattiche in tre importanti grotte:
LA GROTTA DEI PUNTALI (Riserva Naturale Integrale ubicata nel Comune di Carini), importante per i numerosi resti fossili appartenenti ad una fauna continentale pleistocenica per le osservazioni relative alla numerosa popolazione di Chirotteri presenti con ben sei specie.
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L’ingresso alla Grotta dei Puntuali
LA GROTTA DELLA ZA’ MINICA (Comune di Torretta, Palermo), anch’essa di particolare importanza per i rinvenimenti delle specie di faune viventi durante il Pleistocene in Sicilia, tra cui primeggiano per la qualità i resti di elefante. In questo sito, dal punto di vista biospeleologico, è stato possibile osservare alcuni rappresentanti, vegetali ed animali, dell’ambiente sotterraneo.
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L’ingresso alla Grotta di Za’ Minica
LA GROTTA NISCEMI (ubicata alle pendici del Monte Pellegrino, all’interno del Parco della Favorita), ove sono presenti graffiti risalenti a circa 14.000 anni. In questa grotta sono stati osservati elementi troglosseni e troglofili xerofili. In particolare un ragno alquanto interessante appartenente con molta probabilità al genere Loxosceles: Loxosceles rufescens, specie sicuramente non aggressiva ma in grado, se disturbato, di infliggere morsi alquanto dolorosi e di una certa rilevanza. Ovviamente, secondo la letteratura specializzata, il suo veleno non è paragonabile a quello di alcune specie del Sud America (L. reclusa, L. laeta) ma ha comunque un’azione necrotica rilevante (una piaga, ben visibile sull’epidermide che guarisce dopo molto tempo).
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Loxosceles rufescens presso la Grotta Niscemi
E’ proprio il caso di dire che chi svolge attività biospeleologica difficilmente incontrerà un leone o l’orso delle caverne… ma basta anche solo un ragnetto come questo per provare lo stesso brivido!